“Everything you need is there, Lucia.
Sometimes you have to travel far, far away, in order to find what is closest to you”
By In search of Fellini
A gennaio 2018 sono partita per un viaggio, uno dei quei viaggi che vengono chiamati “esperienze di vita”. Quei viaggi che ti cambiano. Quei viaggi che creano chiarezza dentro, spazzano via incertezze e fanno da spartiacque. Quei viaggi che ti insegnano ad amare la vita ancora di più.
Ero a Bristol, ormai da quasi quattro anni, era un periodo sereno della mia vita, ma sentivo di nuovo che mancava qualcosa. Non sapevo cosa, ma sentito che volevo scoprirlo.
E quando sento che devo apportare qualche cambiamento nella mia vita, ho imparato a prendermi del tempo. A volte è importante distaccarsi dalla routine, dagli impegni quotidiani e dalle nostre abitudini per capire davvero cosa vogliamo, cosa ci manca e cosa amiamo.
E quindi quale miglior modo per prendersi del tempo per sé, se non quello di mettersi in “viaggio”.
Un viaggio permette di conoscere posti e persone nuove, ma se si parte con una mente aperta, con una curiosità rivolta anche verso se stesse, è un modo per imparare a conoscersi meglio, ad ascoltarsi, e tornare con nuove consapevolezze e trovare il coraggio di fare scelte e prendere decisioni, questo è quello che continua a succedere a me.
Io sono partita per le Filippine, un Paese che volevo visitare da diversi anni, non sapendo bene quanto tempo sarei stata via, forse un mese, forse tre o quattro.
Sapevo che oltre a visitare luoghi nuovi, avevo bisogno di mettermi alla prova e di addentrarmi in una realtà diversa da quella in cui avevo sempre vissuto. Avevo voglia di vivere con le persone del luogo, avevo voglia di confrontarmi, avevo voglia di immergermi.
Le prime due settimane le ho trascorse facendo volontariato. Grazie alla possibilità che mi è stata data di poter far parte di un’organizzazione locale, ho potuto vivere con famiglie e persone del luogo. Inoltre ho visitato villaggi remoti nelle montagne delle Filippine, nella provincia di Kalinga, ho visitato delle scuole ed ho trascorso del tempo con i bambini e ragazzi dove ho potuto parlare di salute mentale. Sono stata accolta non solo come una di famiglia, ma mi sono sentita valorizzata, ho sentito che anche se ero lì per dare, quello che stavo ricevendo era molto più.
Poi ho proseguito il mio viaggio da sola, continuando a visitare, esplorare e conoscere nuove persone.
Ma dopo un mese e mezzo ho deciso che per me era ora di tornare, nonostante sia stata un’esperienza stupenda, difficile da descrivere in parole, perché le emozioni che mi ha regalato sono tante, e ci sono momenti che rimarranno per sempre impressi nella mia mente.
Ho avuto modo di ascoltare tanti racconti, di sentire le leggende che ancora esistono, di vedere le tradizioni che vengono praticate, ma allo stesso tempo ho imparato ad aprirmi, a mettermi alla prova e ho imparato a conoscermi, anzi a credere di più in me stessa.
Mi sono persa, ho dovuto chiedere aiuto, mi sono dovuta fidare, ho dovuto contrattare.
Mi sono sentita diversa, mi sono sentita accettata, mi sono sentita ammirata e non capita.
Ecco di cosa avevo bisogno: capire quanto sia importante credere in se stesse; quanto io debba credere in me stessa.
Mi ha dato modo di ricordarmi quali sono le mie passioni, cosa mi da’ gioia di vivere, cosa fa davvero parte di me. Quel qualcosa che anche se vogliamo non vederlo, lo proviamo accantonare, poi torna fuori. Amo incontrare persone diverse da me, per la le loro storie, la loro cultura, le loro origini..
Sono tornata e mi sono sentita tanto fortunata, grata.
Ho seguito cosa sentivo, quello che il mio istinto sapeva fosse giusto per me.
Non tutti dobbiamo partire per mete lontane, ma è importante partire da se stesse.
È importante trovare spazi per noi stesse, è importante capire cosa ci rende vive, piene di gioia, felici.
È fondamentale ascoltarci.
Parto da me!
Romina